Amaro Spinamara
Un amaro nato dal ritrovamento di un'antica ricetta dei monaci benedettini datata tra il 1500 e il 1600. Un ritrovamento casuale capitato ad una studentessa universitaria durante una sua ricerca. Dallo spunto contenuto in un libro è dunque nata la storia imprenditoriale di Spinamara.
Sara Piana, questo il nome della studentessa, assieme alla sorella maggiore Francesca ( imprenditrice nel settore agricolo ed in quello della ristorazione), fatta la scoperta decide che da quella ricetta può nascere un nuovo prodotto, Spinamara, che affonda le radici nella storia culturale dei luoghi vulcanici.
Ma da quali elementi è costituito Spinamara? Dai frutti siciliani più rappresentativi, il fico d'India e l'arancia rossa appena raccolta, con l'aggiunta del cardo selvatico e delle erbe che ben si bilanciano con la parte alcolica dell'amaro che lo rende piacevole e gustoso.
La ricetta ha una storia prestigiosa, rimanda ad un digestivo che i monaci benedettini sorseggiavano a fine pranzo. Va sottolineato che i monaci benedettini etnei, nelle loro storiche strutture monastiche a Catania città e sulle pendici del vulcano, erano molto attenti alla gastronomia. Provenivano in buona parte da famiglie importanti, curavano molto l’aspetto gastronomico e raggiunsero vette alte in cucina. Le loro delizie sono citate nella storia culturale, gastronomica e letteraria.
Un mix di innovazione e tradizione. Questo amaro siculo è un prodotto profondamente legato al territorio etneo!
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